Versace: lo storytelling della storia della moda italiana

Articolo scritto da:
Corrado Manenti
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Il messaggio di Gianni Versace rimbomba sino ai giorni d’oggi:  chi si innamora della Medusa non ha scampo! . L’obbiettivo sin dall’inizio era quello di lasciare pietrificato chiunque ammirasse le sue vetrine o i suoi abiti, tanto da non poter più tornare indietro

Oltre ad una rivoluzione completa nel campo della moda, il marchio Versace ha lasciato un segno indelebile nella storia della moda italiana lasciando delle domande in sospeso: Gianni avrebbe venduto l’azienda?

 

Versace il genio. 

Il 15 Luglio 1997 due colpi di pistola posero fine alla vita di Gianni Versace, lasciando così un vuoto incolmabile nel campo della moda. Morto a 51 anni era all’apice del successo e delle iniziative.

Nato e cresciuto in Calabria, immerso tra arti romane e greche, Gianni ha lavorato sin da piccolo nella sartoria di famiglia con la madre.  La bellezza delle terme romane e dei monumenti greci influenzarono la sua fantasia sin da subito.

Si riconosce che le sue collezioni ricorrono a simbologie etrusche, elementi della Grecia antica e del Barocco italiano, che si fondono con la musica punk, con la street art e con materiali apparentemente inconciliabili tra loro, come la plastica ed il metallo: uno stile poco raffinato per i tempi che correvano (1975), ed era quello che Gianni voleva. Il suo obbiettivo era non essere mai dimenticato, rivivendo le emozioni primordiali in tutte le collezioni, sfilata dopo sfilata.


Donatella Versace, la musa erede dell’impero

Donatella rappresenta la prima musa del marchio nonché sua erede. Nelle sue mani dovrà tenere le redini di una società e farsi portavoce di una filosofia di pensiero per una grande sfida: quella di seguire la via di un pioniere senza andare fuori strada.

In un periodo in cui lo stilista non è più solo un artista ma anche imprenditore, contabile e marketer della società bisogna disegnare uno schema diverso. Donatella e Santo Versace, i primi a credere in Gianni, si sono rimboccati le maniche e per anni hanno gestito, con l’aiuto necessario di vari manager, tutta l’azienda.

Tra questi Giancarlo Di Risio, pilota dell’azienda Versace dal 2004 al 2009, e Gian Giacomo Ferraris, manager dell’entrata del fondo Blackstone (manovra che riuscì a risanare gli affari)arrivando anche a Jonathan Ackroid.

Gianni, come sempre, vide lungo, perché diverrà proprio Donatella la nuova anima Versace. Sempre più creativa, sempre più innovatrice, anziché sentire il peso di un lascito così forte, si rafforza, acquisendo sempre più tocco magico, visione e gusto.

 

La vendita a Michael Kors

Non è la prima e nemmeno l’ultima azienda italiana ad essere incorporata nelle mani di un colosso straniero. Vendita non vuol dire fine: è una rivoluzione, una nuova sfida, con la resilienza di sempre, quella che scorre nel sangue vorace del marchio Versace.

La moda resta e Donatella sarà ancora presente nella sua maison. All’evento ha dichiarato: “Santo, Allegra ed io riconosciamo che la prossima fase consentirà a Versace di raggiungere il suo pieno potenziale”, poi incalza: “La mia famiglia crede che far parte di questo gruppo sia essenziale per il successo a lungo termine di Versace”. 

Il 24 settembre 2018 Michael Kors Holdings annunciò l’ accordo definitivo per l’acquisizione di tutte le azioni della Gianni Versace SpA, per 1,83 miliardi di Euro.

Il Gruppo prenderà il nome di Capri Holding Limited, ma attenzione, come ha ricordato tempo fa Donatella sul profilo Instagram della pagina, questo nome si pronuncia Versace..

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